Cogne è lo scenario che i viaggiatori romantici rincorrono nell’immaginario del paesaggio di montagna perfetto. All’alba del terzo millennio escursionisti, alpinisti, turisti e vacanzieri entrano nella dimensione ottocentesca da Grand Tour. I quadri sono tre: l’anfiteatro di Valnontey con i drammatici ghiacci della Tribolazione; i prati di Sant’Orso simbolo di spazio vitale inviolabile da umane speculazioni; le cascate di Lillaz, giochi d’acqua, arcobaleni vaporizzati, forza e ricchezza di un elemento qui dirompente e abbondante, estremamente prezioso. Cogne e le sue montagne si aprono verso il cielo: nei giorni di sole la luce entra ovunque, rimbalza sui ghiacci eterni e accarezza i tetti di ardesia; quando entrano perturba- zioni e turbolenze atmosferiche la natura mostra i muscoli, ruggisce e urla tra montagne che esprimono in pieno il concetto di wilderness. Vittorio Emanuele II nel 1850 partecipa a una battuta di caccia camminando da Champorcher fino a Cogne. Inizia così la storia del Parco Nazionale Gran Paradiso: il primo parco nazionale italiano, che sarà istituito il 3 dicembre 1922, nasce grazie alla passione venatoria di un re. Cogne è una piccola capitale che nasconde la sua anima nel cuore di un’antica miniera di magnetite, minerale da cui si ottiene ferro di altissima qualità. Estrazione e lavorazione della magnetite hanno occupato la vita dei cogneins dall’epoca di Salassi e Romani, fino al 1979 quando le miniere situate nel cuore del Monte Creya chiusero i battenti. Nel Genius loci di Cogne c’è l’anima di César-Emmanuel Grappein, brillante personalità che tra ‘700 e ‘800 ha inciso in modo determinante nella comunità della valle. Interrotti gli studi in teologia, ha intrapreso la carriera militare prima di laurearsi in Medicina. Ispirato da visioni illuminate, filantropo particolarmente attento alle condizioni sociali, culturali e sanitarie dei cogneins fu direttore delle miniere e per due volte sindaco.
La bellissima valle che si apre tra Cogne e il massiccio del Gran Paradiso con lo spettacolare ghiacciaio della Tribolazione. Ideale da percorrere a piedi, in bici e a cavallo.
Una sorta di piazza naturale dedicata al tempo libero di cittadini, viaggiatori e turisti; simbolo identitatrio di Cogne e dell'equilibrio tra uomo e ambiente nella versione estiva e invernale dedicata allo sci di fondo.
Punto di riferimento per tutti i cogneins dedicata al sacerdote valdostano che tra '600 e '700 avrebbe bonificato questa località originariamente inospitale. Le prime testimonianze sulla sua esistenza risalgono al 1184. Interessanti gli altari settecenteschi in legno scolpiti e impreziositi da colonne tortili
Si possono visitare con tour guidati esplorando le gallerie di Costa al Pino e i fabbricati di Colonna.
Centro per l'esposizione temporanee dedicate alla cultura alpina; ospita l'esposizione permanente La Miniera di Cogne, viaggio nella documentazione con storie, personaggi e oggetti in questa importante realtà
Museo etnografico. Capolavoro di pietra e legno, importante testimonianza di architettura rurale che riporta alla vita di "una volta" in valle attraverso gli spazi e gli oggetti della vita familiare
Oltre 1000 specie di piante e fiori presenti sulle Alpi, gli Appennini e anche esotiche di ambienti montani d'Europa, Asia e America; percorsi botanici, rocce tipiche dal Parco Nazionale Gran Paradiso, collezioni spontanea di licheni e giardino delle farfalle.
Oggi le miniere di Colonna che un tempo ospitavano oltre 400 minatori sono avvolte nel silenzio, aggrappate a circa 2.400 metri d’altezza, hanno il profilo di un monastero tibetano che si staglia sullo sfondo del Monte Bianco. Il vento sibila nelle stanze vuote. Sventolano bandierine che invece di preghiere tibetane a affidano al cielo i volti dei minatori che per secoli sono stati l’anima della miniera, volti scolpiti come la magnetite che si agitano leggerissimi al respiro del Gran Paradiso. L’idea è stata di Barbara Tutino, artista che deve la sua esistenza alla miniera in quanto nipote di Franz Elter, già direttore del complesso minerario negli anni ’40. Stesso fermento creativo prende forma a Cogne nel Tempio di Argilla, dove Anna Biancardi riesce a trasformare la tradizione in segni di creatività oltre ogni schema: con la ceramica lancia messaggi forti in cui le diversità sono un’opportunità di crescita e le affinità generano amore. La ricerca dell’artista sull’antica arte dei sabotier e sui gesti che accomunano questi artigiani delle scarpe in legno simili agli zoccoli, l percorso che passa dalla miniera al turismo fa di Cogne una meta la cui esclusività è proporzionale all’autenticità di luoghi e persone che si identificano in uno spiccato senso di laboriosità creativa. Così come testimoniato dall’abilità delle Dentellières, le ricamatrici di merletti alla Maison di Pitz; e dai racconti di pietra di Donato Savin che riesce a vedere e scolpire nei sassi del Gran Paradiso le forme di sentimenti, emozioni, storie di uomini, santi e animali. Il noce invece è il materiale preferito di Dorino Ouvrier, uno degli scultori più apprezzati, maestro nel rendere l’idea del movimento e delle moltitudini umane che richiamano feste popolari e lavori agricoli. Cogne è la piccola capitale di queste montagne, un piacevole contesto urbano ideale per riposare e rilassarsi prima di intraprendere splendide escursioni. Nel centro di Cogne è possibile entrare in contatto con la storia e la vita delle genti di montagna visitando la Maison Gérard Dayné, capolavoro di legno e pietra, importante testimonianza di architettura rurale che riporta alla vita di una volta in valle attraverso gli spazi e gli oggetti della vita familiare. E per sentire il sapore di questo luogo, tre sono i momenti di riflessione gastronomica da non perdere: la seupetta di Cogne, zuppetta di pane, riso e fontina; il mecoulin, pane dolce con uvetta; e la sensuale crema di Cogne, trionfo di cioccolato.
Pochi passi e tante emozioni accompagnano la facile escursione verso le cascate di Lillaz, dove il torrente Urtier con tre salti manifesta l’energia e la forza dell’acqua. Seguendo invece il sentiero che si adagia nel fondo della Valnontey si consiglia una sosta al Giardino Botanico Alpino Paradisia, splendido libro naturale che si racconta con oltre 1000 specie di piante e fiori che crescono su Alpi, Appennini e altre montagne d’Europa, Asia e America. Proseguendo si raggiunge facilmente l’alpeggio Pra su Piaz della famiglia Jeantet dove Bruno e Mirella con il latte di 24 vacche producono una leggendaria fontina, tome e ricotte, e altri prodotti come yogurt, burro, panna cotta e montata che testimoniano la purezza dell’erba fresca d’alpeggio. Lavoro antico quello dei casari che si fonda su una filiera produttiva che contribuisce al mantenimento del territorio in equilibrio con Madre Natura. Un’escursione che sintetizza la grande bellezza del Gran Paradiso è quella che segue la salita al rifugio Vittorio Sella da Valnontey. Al Sella si mangia bene e si dorme divinamente. Albe e tramonti regalano luci straordinarie per fotografare, così come faceva Vittorio Sella. Venti minuti a piedi dal rifugio e si raggiungono i laghetti di Lauson, meta speciale per gli amanti della fotografia e dei luoghi dove i disegni e i riflessi di Madre Natura rasentano la perfezione. Gli escursionisti più esperti potranno raggiungere il Col Lauson o i casolari dell’Herbetet.
il Gran Paradiso Film Festival si svolge dal 1984 nel cuore del Parco Nazionale promuovendo concetti come biodiversità e vocazione al turismo naturalistico. Il programma del festival, oltre alle pro- iezioni dei film in concorso per il Trofeo Stambecco d'Oro, prevede il ciclo di eventi De Rerum Natura, vale a dire conferenze, incontri, spettacoli e attività di approfondimento su temi legati all'ambiente, alla scienza, alla natura ma soprattutto alla cultura della sostenibilità. Aria di Festival propone invece momenti esperienziali alla scoperta dell'area del Parco. Grande partecipazione popolare accompagna la Devétéya, il ritorno a valle di uomini e mandrie che lasciano gli alpeggi dopo l'estate. È un momento di festa che segna il ricongiungimento delle famiglie di allevatori mentre le bovine sfilano per il paese seguendo la Reina di cornes riconoscibile da un bosquet rosso.
Tutto sulle 3 valli valdostane: informazioni, news, eventi e servizi per il viaggiatore
Laboratorio interattivo, spazi sensoriali e multimediali, temi di riferimento sono l’acqua, il bosco e il pascolo, la fauna e l’uomo.