Una rappresentazione dello scoiattolo iraniano nascosto tra le querce e di come lotta per la vita. Questo documentario osserva lo stile di vita di questo roditore iraniano. Le foreste di querce situate nella Provincia di Ilam rappresentano un rifugio per questo piccolo animale che, nel corso della sua vita, deve affrontare molti pericoli a causa degli esseri umani, rischiando di essere cacciato e di veder distrutta la sua casa.
Ogni anno, gli struzzi della Namibia devono affrontare una sfida: scegliere esattamente il momento giusto per riprodursi. Gli uccelli devono assicurarsi che le loro uova si schiudano nel periodo delle piogge. Se il periodo è sbagliato, il cibo scarseggerà e i pulcini moriranno. Se invece è il periodo giusto, allora una nuova generazione potrà vivere a life on the run.
Passion for Planet catapulta lo spettatore in un viaggio elettrizzante e stimolante in giro per il mondo, accostandosi alla passione di alcuni documentaristi, dei veri e propri wildlife filmmaker, per la natura e per gli angoli più selvaggi e incontaminati del pianeta. Il loro amore per l’esplorazione coincide con il rispetto per l’ecosistema e con un profondo senso di responsabilità, che li induce a mettere in gioco sempre e comunque il loro contributo attivo e consapevole nei territori nei quali si inoltrano.
Per andare alla ricerca dei giganti del mare, i cetacei, seguiremo François Sarano, oceanografo, vecchio compagno del Comandante Cousteau. In Argentina, nella Penisola di Valdés, vive una famiglia di orche unica al mondo che François Sarano vuole assolutamente farci scoprire: per cacciare e nutrirsi, queste orche si arenano sulle spiagge per catturare i leoni marini! Una tecnica che richiede un apprendimento molto.
Continente ghiacciato di 19.000.000 km2, l’Antartide sembrava, finora, protetto dai rischi del cambiamento climatico. Ma dei segni inquietanti sulla biodiversità e sul ciclo dei ghiacci stanno iniziando a presentarsi. Il tasso di mortalità dei pulcini di pinguino imperatore è sempre più inquietante. Vera sentinella dei ghiacci, l’Imperatore è al centro del sistema australe e svolge il ruolo di bioindicatore di questo territorio eccezionale. Per documentare e spiegare i fenomeni che si verificano in Antartide, i fotografi Laurent Ballesta e Vincent Munier si imbarcano per la base di Dumont d’Urville. Accompagnati da scienziati, tentano, sopra e sotto il ghiaccio, di decifrare il ruolo dell’Antartide nel nostro ecosistema globale e le sfide future.
La Vie Sauvage ci trasporta nella più grande di tutte le avventure – il viaggio attraverso la vita. È una storia che unisce ognuno di noi ad ogni animale del pianeta, perché abbiamo tutti intrapreso questo viaggio dal momento in cui siamo nati. Per gli animali c’è solo un obiettivo nella vita: garantire la sopravvivenza della loro specie. Il loro viaggio è una storia di speranza, pericolo, azioni di audace coraggio, comportamenti straordinari e, alla fine, di successo. Il film segue questo viaggio nelle sue sei fasi cruciali: sopravvivere all’infanzia, crescere, trovare una casa, ottenere potere, sconfiggere un compagno e avere successo come genitore. La Vie Sauvage introduce un nuovo livello di storytelling al genere cinematografico di riferimento, creando un’esperienza intima e intensa. L’opera segue le lotte e i trionfi dei singoli animali, attirando gli spettatori nei loro mondi e facendo loro percepire il pericolo, le sfide e le decisioni che devono affrontare.
Continente ghiacciato di 19.000.000 km2, l’Antartide sembrava, finora, protetto dai rischi del cambiamento climatico. Ma dei segni inquietanti sulla biodiversità e sul ciclo dei ghiacci stanno iniziando a presentarsi. Il tasso di mortalità dei pulcini di pinguino imperatore è sempre più inquietante. Vera sentinella dei ghiacci, l’Imperatore è al centro del sistema australe e svolge il ruolo di bioindicatore di questo territorio eccezionale. Per documentare e spiegare i fenomeni che si verificano in Antartide, i fotografi Laurent Ballesta e Vincent Munier si imbarcano per la base di Dumont d’Urville. Accompagnati da scienziati, tentano, sopra e sotto il ghiaccio, di decifrare il ruolo dell’Antartide nel nostro ecosistema globale e le sfide future.
Colin ha 9 anni. Quando raggiunge i suoi nonni, registi naturalisti in un villaggio a 1.650 m nel Parco Nazionale Gran Paradiso, c’è un’altra scuola ad attenderlo. Prima che l’aquila reale non sia più quel minuscolo puntino nel cielo e il camoscio quel lampo che fugge al suo avvicinarsi, il percorso di apprendimento sarà pieno di pazienza e fatica. Colin impara ad essere discreto, riconoscere le tracce, camminare con i ramponi, accamparsi in quota. Un animale manca all’appello, per vederlo Colin mette alla prova il nonno. Riusciranno a trovarlo?
Il Parco Nazionale Saguaro, in Arizona, si distingue per essere il deserto più esclusivo del Nord America. Simbolo del sud-ovest, il cactus saguaro svetta sopra ogni altra cosa e le sue radici poco profonde rendono precariamente stabili quelli vecchi di 200 anni. Qui, all’ombra del Saguaro, una ricca diversità di fauna e flora trasforma questo paesaggio inabitabile in un’oasi selvaggia. Ciò che rende tutto questo possibile è la così detta quinta stagione, che porta con sé temporali tropicali e forti piogge. Dopo un breve, ma intenso, temporale i fiori selvatici rinvigoriti sbocciano con una bellezza senza precedenti e molti animali del parco, grandi e piccoli, riappaiono dalle crepe e fessure per approfittare di questo nuovo impeto di vita. I cinghiali e la loro prole vagano nel deserto cercando cibo, il famoso roadrunner sfreccia tra cespugli spinosi, i crotali adamantini occidentali mostrano i loro rituali d’accoppiamento e il colibrì di Costa inizia la delicata costruzione del suo nido, costituito principalmente di ragnatele. Con la sua varietà di piante e animali, il Parco Nazionale Saguaro è un paradiso allo stesso tempo affascinante e fragile, che si trova tra il cielo e l’inferno.